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  • Ode alla natura
  • Dal surrealismo al modernismo
  • Grand Tour della Catalogna

Sezione 4

Ode alla
natura

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Da La Seu d’Urgell a Figueres

357km di viaggio 5 etapes di durata 6 Highlights
Sezione 2 - In cerca di storia
Sezione 3 - Molto vicino al cielo
Sezione 4 - Ode alla natura
Sezione 5 - Dal surrealismo al modernismo
Sezione 1 - Vigneti dal sapore di mare

Il paese che ha ispirato un genio, Pablo Picasso, sarà la nostra prima tappa su questo percorso che ci condurrà lungo il sentiero dell’esilio dei Catari, alla scoperta di una montagna magica, e a Ripoll, dove scopriremo che anche le bibbie possono essere fatte di pietra. Cammineremo attraverso foreste incantate che servivano da rifugio per poeti e fluttueremo in mongolfiera su un paesaggio di decine di vulcani. Visiteremo ville medievali e scopriremo i segreti culinari delle molte ricette catalane che qui hanno avuto origine. Il percorso terminerà in un altro villaggio che è diventato anche una sorta di musa: Figueres, la città natale di Salvador Dalí.

Highlights

I pezzi forti

La Seu d’UrgellPedraforcaBorghi pittoreschi nei PireneiVulcani di La GarrotxaBesalúFigueres

Tappe

Tappa 1 – Viste del Pedraforca

Da La Seu d’Urgell a Bagà. 90 km
Il percorso inizia a La Seu d’Urgell, con la visita all’unica cattedrale interamente romanica della Catalogna, e prosegue con l’esplorazione dele terre del Berguedà, dove la silhouette del Pedraforca – montagna magica – ci accompagnerà per gran parte della giornata.

Una cattedrale romanica

La Seu d’Urgell è una città con un interessante patrimonio legato al suo status di diocesi, di cui il più grande esempio è la Cattedrale di Santa María, l’unica cattedrale interamente romanica della Catalogna. Percorriamo la strada panoramica che collega la Seu d’Urgell con Gósol, lungo un percorso che serpeggia tra le pinete che segnano il confine occidentale del Parco naturale Cadí-Moixeró. I primi raggi di sole smaltano le pareti color miele delle località che sfioriamo lungo il percorso: tra gli altri, El Ges, Adraén, Fórnols, Cornellana e Tuixent, pittoreschi villaggi in pietra i cui abitanti si sono abituati a vivere in alta quota e in relativo isolamento.

Con Picasso a Gósol

La tranquillità pastorale del monte Berguedà richiamò Pablo Picasso in un altro di questi villaggi. A dorso di mulo carico di cavalletti per la pittura, salì fino al modesto paesino di Gósol per trascorrervi la primavera del 1906. Si dice che il genio, soggiornando nell’unica locanda locale, abbia disegnato in soli tre mesi più di cento opere che hanno segnato l’inizio della sua era cubista. Dipingeva le case del villaggio e il paesaggio e prendeva appunti in un diario di viaggio, il Carnet Catalan, del quale si conserva una riproduzione presso il Centre Picasso de Gósol. Mentre parte del gruppo visita questo museo e si gode la cucina locale, il resto di noi indossa gli scarponi da trekking e imbocca un percorso ad anello intorno a una delle montagne più iconiche della Catalogna: il Pedraforca. Lungo 17 chilometri e 790 metri di dislivello, vediamo ogni lato di questo colosso roccioso, oltre a percorrere un tratto del sentiero che i catari usarono nel Medioevo per fuggire dalla Francia.

La cucina del Berguedà

Nel pomeriggio ci ritroviamo tutti insieme e proseguiamo sulla strada per Bagà, facendo una breve sosta a Guardiola de Berguedà per visitare il magnifico cenotafio benedettino di Sant Llorenç. Concludiamo la giornata con una ben meritata scelta di ricette locali. Il tavolo presenta una sfilata di pèsols (piselli) negres con pancetta, patates emmascarades, patate cotte con salsicce botifarra negre, e cavoli e patate a fettine, qui conosciuti come trumfos amb col. Dopo cena, faremo una passeggiata attraverso il pittoresco villaggio di Bagà.

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Tappa 2 – Villaggi ad alta quota

Da Bagà a Ripoll. 128 km
Nella comarca di La Cerdanya visiteremo piccoli villaggi dall’architettura rustica di montagna e degusteremo eccellenti salsicce prima di proseguire per Castellar de N’Hug fino alla sorgente del fiume Llobregat.

 

L’ispirazione di Bécquer

Oggi ci dirigiamo rapidamente verso la comarca di La Cerdanya, che comprende 17 comuni situati a oltre mille metri sul livello del mare. Ci fermiamo per la colazione a Bellver de Cerdanya, che prima di essere un borgo era uno dei castelli facenti parte della linea di fortificazioni che controllavano i movimenti tra le contee di Conflent e Urgell. Il pane fresco con burro e marmellata fatta in casa ci dà l’energia di cui abbiamo bisogno per esplorare il centro medievale del borgo (dove Gustavo Adolfo Bécquer scrisse La Croce del Diavolo e altre leggende) e per raggiungere a piedi la vicina chiesa di Santa María de Talló, uno dei punti più importanti del Cammino di Santiago in Catalogna.

Viste di La Cerdanya

Il percorso attraversa Puigcerdà, una cittadina che si affaccia su un bellissimo lago. Nelle sue vie possiamo seguire le orme dei personaggi di uno dei romanzi di Carlos Ruiz Zafón. A soli sette chilometri da Puigcerdà, facendo una deviazione abbiamo la possibilità di visitare la farmacia di Llívia, una delle più antiche d’Europa. Proseguiremo su strade locali verso villaggi dai nomi corti e dalle salsicce abbondanti, come il bull bianco e nero e il pa de fetge. Dopo aver superato Urtx, Alp e Das, saliamo a Meranges, un paesino dalla perfetta architettura rustica di montagna, accanto allo splendido laghetto Malniu. Dall’alto del villaggio, a 1590 metri, godiamo di panorami di tutta La Cerdanya.

Castellar de N’Hug

Abbiamo un pomeriggio libero, per cui è il momento di camminare un po’. Ci dirigeremo verso Castellar de N’Hug, punto di arrivo del Treno del Cemento. Il borgo è conosciuto per la sua spettacolare cornice naturale, la sua architettura romanica e i suoi enormi croissant. È famoso anche perché vi si trova la sorgente del fiume che costituisce l’asse portante dell’intera provincia di Barcellona, dai Pirenei al Mediterraneo: il Llobregat. Il sentiero che conduce alla sorgente è breve e ben consolidato, con scale in legno e corrimano. Arrivati in fondo, possiamo vedere la spettacolare cascata erompere direttamente da diverse spaccature nella parete di roccia. Prima che si faccia buio, con un paio di croissant in mano (ciascuno del peso di un chilo), raggiungiamo Ripoll, dove pernotteremo.

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Tappa 3 – Turismo attivo a Núria

Da Ripoll a Olot. 75 km
Lo splendido portico di Santa María di Ripoll è un preludio a una visita alla cornice naturale del santuario di Núria. Con una scatola di biscotti Camprodon sottobraccio, passiamo attraverso villaggi incantevoli come Beget e Castellfollit de la Roca.

 

La Bibbia di pietra

Oggi ci alziamo dell’umore giusto per la montagna. Per un inizio energico optiamo per un esmorzar de forquilla (colazione), e mentre alcuni scelgono botifarra amb seques (salsiccia e fagioli bianchi) altri preferiscono uno stufato di carne di selvaggina che invita a intingere una spessa fetta di pane. Dopo la prima colazione ci dirigeremo al Monastero di Santa María de Ripoll per vedere da vicino questo magnifico simbolo della Catalogna medievale, fondato nell’anno 879. Il suo monumentale portico, coperto da un affresco a motivi geometrici, forme vegetali e personaggi scolpiti nella pietra – non per nulla lo chiamano “la bibbia di pietra” – merita un’attenta contemplazione.

Vall de Núria

Da Ripoll saliamo al paese di Ribes de Freser dove lasciamo l’automobile per salire su una ferrovia a cremagliera che, dopo mille metri di dislivello, ci lascia al principio della Vall de Núria. La vista da qui è degna di un dipinto ad olio: alberi, prati verdi e un santuario che appare minuscolo sullo sfondo delle cime dei Pirenei. Dal santuario di Núria partono vari percorsi privi di difficoltà sui quali è facile incontrare camosci e marmotte. Parte del gruppo opta per una piccola escursione guidata ed esce a cavallo verso la foresta di Verge. In un’altra visita, quando avremo più tempo, potremmo affrontare la sfida dell’ascensione al Puigmal, un’iconica vetta a quota 2913 metri che funge da confine naturale con la Francia.

Biscotti di Camprodon

Torniamo a Ribes de Freser in cremagliera e prendiamo il percorso di ritorno a Camprodon, dove attraverseremo il ponte medievale e acquisteremo qualche scatola dei famosi biscotti artigianali del luogo. Tra Camprodon e Olot, la strada passa attraverso bellissimi villaggi, tutti degni di una sosta, ad averne il tempo: Beget, Sant Joan les Fonts con il suo ponte medievale, e Castellfollit de la Roca, arroccato su una rupe basaltica che emerge dal paesaggio come la prua di una nave. Dopo una giornata molto piena, ci dirigeremo verso una delle molte case coloniche classiche catalane convertite in strutture ricettive che si possono trovare nei dintorni di Olot.

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Tappa 4 – Volare sopra i vulcani

Da Olot a Banyoles. 30 km
L’emozione di sorvolare gli antichi vulcani di La Garrotxa dà l’inizio a una giornata che prosegue con una passeggiata per i negozi di Olot, un assaggio di mongetes (fagioli bianchi) di Santa Pau e termina con una notte sotto le stelle.

La Garrotxa in mongolfiera

La sveglia ci fa alzare prima dell’alba. La levataccia è più che giustificata perché abbiamo prenotato un volo in mongolfiera sul Parco naturale della zona vulcanica di La Garrotxa, un luogo unico caratterizzato da un paesaggio di eccezionale valore e da fitte foreste di faggi, querce e lecci. Parte del gruppo decide di esplorare i vulcani da terra e pedalerà lungo uno dei tratti della Via Verde del Carrilet Olot-Girona. Quelli di noi che voleranno in mongolfiera dovranno spostarsi di soli cinque chilometri a sud di Olot. L’esperienza inizia con il montaggio degli strumenti e il gonfiaggio del pallone aerostatico. I primi raggi di sole danno il via a questa avventura, che per la maggior parte è silenziosa e contemplativa. Ai nostri piedi ci sono il Vulcano di Santa Margarida ed El Croscat; in lontananza vediamo i Pirenei ricoperti di nebbia. È impossibile catturare questo tipo di bellezza in un fotogramma: bisogna sperimentarla di persona. Anche se è possibile esplorare i vulcani a piedi, non c’è paragone con la vista che si può godere dal cielo.

Shopping a Olot

Ci ritroviamo tutti a Olot. Un tour guidato del mercato secolare del centro città e dei negozi ci aiuta a familiarizzare con le famose delizie della comarca: fagioli che compriamo sfusi, salsicce, cioccolata e ratafía, uno dei liquori catalani più amati. Facciamo in modo che l’ora del pranzo coincida con una visita a Santa Pau per assaggiare i più famosi mongetes o fesols (fagioli bianchi) della Catalogna. Se si aspira a un maggiore contatto con la natura, una buona opzione è una passeggiata nella Fageda d’en Jordà, una foresta di faggi cresciuta sui campi di roccia lavica del vulcano Croscat che può essere attraversata a piedi o in carrozza a cavalli. A questa splendida ambientazione Joan Maragall ha dedicato una poesia: Li agafa un dolj oblit de tot lo Món, en el silenci d’aquell lloc profond (Vi assale un dolce oblio del mondo intero, nel silenzio di quel profondo luogo).

Dormire sotto le stelle

Ci dirigeremo verso la vicina Banyoles, dove sono disponibili varie opzioni di campeggio intorno al lago. Optiamo per il glamping. Dormiamo in bolle trasparenti nel cuore della natura che ci permettono di contemplare il cielo stellato dai nostri letti.

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Tappa 5 – Verso la casa natale di Dalí

Da Banyoles a Figueres. 34 km
Dopo aver visto il sorgere del sole sul lago di Banyoles, ci divertiamo a fare kayak e nuotare nelle sue acque. Proseguiamo per Besalú, alla scoperta del retaggio ebraico del luogo, e concludiamo il nostro viaggio a Figueres per ripercorrere i primi passi di Dalí.

Alba a Banyoles

Il Lago di Banyoles, situato a metà via tra le vette dei Pirenei e le ampie piane dell’Empordà, ci augura il buongiorno con le ipnotiche sfumature di rosa che l’alba dipinge sulle sue acque. A quest’ora non si vede in giro quasi nessuno: ci siamo solo noi e alcuni bird watchers a fotografare alcune delle specie protette dal Natura Network e dalla Convenzione di Ramsar, che designa questo lago come Zona umida di Importanza Internazionale.

In kayak sul lago

Continueremo la nostra mattinata con un piacevole giro in kayak su questo specchio d’acqua, formatosi più di 250.000 anni fa. Pagaiando silenziosamente, possiamo muoverci senza spaventare gli aironi, le cicogne e le anatre che in effetti continuano a badare agli affari propri senza far troppo caso alla nostra presenza. Dopo il nostro giro in barca ci avviciniamo a uno dei ripari da pesca distribuiti lungo le rive dello stagno. Queste pittoresche costruzioni del XIX e del XX secolo fungevano da deposito per gli attrezzi da pesca e come cabine da spiaggia per i benestanti del luogo. Per imitare quell’elegante consorteria, cogliamo l’occasione per fare un tuffo in una delle aree appositamente allestite.

Il retaggio ebraico

Da Banyoles, la strada attraversa pinete fino alla nobile cittadina di Besalú dove ammiriamo il magnifico ponte romanico sul fiume Fluvià, simbolo iconico della Catalogna medievale. Nel Call Jueu, quartiere sefardita del XIII secolo, rimangono ancora la sinagoga e il mikvah in eccellente stato di conservazione. Nel pomeriggio proseguiamo il nostro viaggio verso Figueres, la città natale del genio Salvador Dalí. Ceniamo su una delle terrazze della Rambla, dove Dalí adolescente trascorreva lunghe ore a disegnare nei caffè. In uno di essi, il café Emporium, il pittore surrealista e il suo amico Luís Buñuel scrissero la sceneggiatura del cortometraggio Un Chien Andalou.

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  • Sezione 4
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Ode alla natura

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Dalí e l’Empordà

Il Triangolo di Dalí è costituito dal Teatro-Museo Dalí di Figueres, il Museo Castell Gala Dalí di Púbol e la Casa-Museo Salvador Dalí a Portlligat. “In questo luogo privilegiato quasi giungo a toccare il vero e il sublime. Il mio paradiso mistico inizia nelle pianure dell’Empordà, circondate dai colli di Les Alberes, ed entra nel proprio nella baia di Cadaqués. Questo paese è la mia ispirazione permanente”. Queste sono le parole di Salvador Dalí, genio surrealista. I paesaggi dell'Empordà, le case intonacate di bianco, il cielo mediterraneo, le formazioni rocciose e i monti Tramuntana fanno parte di un territorio che è parte integrante dell'universo pittorico del pittore. A Figueres ci sono parecchi luoghi che hanno relazione con la sua vita. L'11 maggio 1904, in un edificio modernista su carrer Monturiol a Figueres, nacque Salvador Dalí; la chiesa di Sant Pere ha svolto un ruolo di primo piano in diverse fasi essenziali della vita dell'artista: il suo battesimo, la sua prima comunione e il suo funerale. Al Museu del Joguet de Catalunya (Museo del Giocattolo della Catalogna) possiamo vedere una mostra sulla giovinezza di Dalí, con oggetti come i suoi giocattoli o album di fotografie, e la Collezione di Gioielli di Dalí contiene trentasette oggetti di gioielleria e oltre venti bozzetti di gioielli che l'artista produsse nell’arco di tre decenni. Al Teatro-Museo Dalí è esposta un'ampia collezione di opere del pittore. Mentre l'originale esterno dell'edificio rimane un vero riflesso della vita e del lavoro dell'artista, l'interno è un tempio del surrealismo. Il Castell de Púbol era un dono del pittore a Gala, sua moglie e musa. Le sue attrazioni comprendono una vecchia cucina convertita in sala da bagno, la sala pianoforte, il giardino con piscina e il mausoleo di Gala. Cadaqués era per Dalí una sorta di rifugio creativo. Finì con l’acquistare un gruppo di case di pescatori sulla spiaggia locale di Portlligat, per trasformarle in sua residenza e laboratorio. Quella casa di Portlligat fu luogo di incontro per molti artisti e intellettuali dell'epoca, come il suo amico regista Luis Buñuel e il poeta Federico García Lorca.

Dalí e l’Empordà
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Nel regno di Sefarad

Durante il Medioevo, Besalú era casa di una comunità ebraica che viveva nel proprio quartiere, separato dal resto della città. Nell'anno 1264, il re Giacomo I di Aragona, detto il Conquistatore, permise a questa prospera comunità, composta per lo più da medici e negozianti, di costruire i propri luoghi di culto. A Besalú si può visitare un mikvah, lo spazio sacro nel quale venivano eseguiti rituali di purificazione spirituale che prevedevano l'immersione totale in acqua, secondo la legge ebraica. Ci sono altre città della Catalogna che mantengono un ricco patrimonio sefardita: a Girona, il Quatriere del Call, con le sue strette e labirintiche viuzze, è una delle maggiori attrattive turistiche della città. Il Museo di Storia Ebraica di Girona ci invita a esplorare la cultura e la storia delle comunità ebraiche in Catalogna durante il periodo medievale. Ogni anno a settembre, la città di Girona partecipa alle Giornate europee della Cultura ebraica, organizzando vari eventi ed esposizioni per mettere in mostra il retaggio di questa importante comunità. A Castelló d'Empúries l’ubicazione all’interno del Quartiere ebraico in cui si trovava la prima sinagoga della città ha mantenuto il nome di Carrer dels Jueus (Via degli Ebrei). Nella città di Barcellona, si può passeggiare nel quartiere ebraico del XII secolo per le vie adiacenti alla cattedrale: Santa Eulàlia, Banys Nous e Call. Il migliore esempio nella zona di Tarragona si trova a Tortosa, che ha due quartieri ebraici: Call Vell e Call Nou.

Nel regno di Sefarad
Nel regno di Sefarad

Durante il Medioevo, Besalú era casa di una comunità ebraica che viveva nel proprio quartiere, separato dal resto della città. Nell'anno 1264, il re Giacomo I di Aragona, detto il Conquistatore, permise a questa prospera comunità, composta per lo più da medici e negozianti, di costruire i propri luoghi di culto. A Besalú si può visitare un mikvah, lo spazio sacro nel quale venivano eseguiti rituali di purificazione spirituale che prevedevano l'immersione totale in acqua, secondo la legge ebraica. Ci sono altre città della Catalogna che mantengono un ricco patrimonio sefardita: a Girona, il Quatriere del Call, con le sue strette e labirintiche viuzze, è una delle maggiori attrattive turistiche della città. Il Museo di Storia Ebraica di Girona ci invita a esplorare la cultura e la storia delle comunità ebraiche in Catalogna durante il periodo medievale. Ogni anno a settembre, la città di Girona partecipa alle Giornate europee della Cultura ebraica, organizzando vari eventi ed esposizioni per mettere in mostra il retaggio di questa importante comunità. A Castelló d'Empúries l’ubicazione all’interno del Quartiere ebraico in cui si trovava la prima sinagoga della città ha mantenuto il nome di Carrer dels Jueus (Via degli Ebrei). Nella città di Barcellona, si può passeggiare nel quartiere ebraico del XII secolo per le vie adiacenti alla cattedrale: Santa Eulàlia, Banys Nous e Call. Il migliore esempio nella zona di Tarragona si trova a Tortosa, che ha due quartieri ebraici: Call Vell e Call Nou.

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La via verde del ferro e del carbone

Le Vie Verdi sono vecchie infrastrutture ferroviarie in disuso che sono state convertite in percorsi adatti a passeggiate, ciclismo o equitazione. In Catalogna ve ne sono otto: tre nella provincia di Barcellona (Llobregat, del Nicolau, del Vallès), quattro a Girona (Carrilet I e II, del Ferro i del Carbó, del Tren Pinxo) e una a Tarragona che collega con Teruel (Val de Zafan). Una di esse, la via del Ferro i del Carbó ripristina il percorso precedentemente utilizzato dai treni che collegavano Ripoll alle vecchie miniere di Ogassa, chiuse nel 1967. Il percorso è di quindici chilometri e passa per Sant Joan de les Abadesses, dove possiamo visitare uno spettacolare monastero benedettino del IX secolo. Questo percorso può essere collegato alla Via Verde di Carrilet I e II, che collega Olot e Sant Feliu de Guíxols sulla Costa Brava, attraverso la città di Girona.

La via verde del ferro e del carbone
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Il retaggio industriale

All'inizio del XIX secolo, grandi industrie tessili diedero forma al paesaggio culturale e antropico lungo il fiume Llobregat. Erano organizzati intorno a colonie tessili, comunità industriali che consistevano in una fabbrica e in un'area in cui vivevano le famiglie dei lavoratori, dotata di scuola, chiesa e spazi comuni. La prima colonia tessile di Berguedà fu quella di Cal Rosal, fondata nel 1858, seguita da altre, come la Colonia Vidal de Puig-Reig che oggi è un museo.

Tra le altre vestigia industriali della zona troviamo il Treno del Cemento, le cui rotaie seguivano il percorso tra La Pobla de Lillet, con i suoi Jardins Artigas disegnati da Gaudí, e l'ex cementificio Asland a Castellar de N'Hug, ubicato in uno spettacolare complesso modernista che oggi ospita il Museu del Ciment (Museo del Cemento).

Il retaggio industriale
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All'inizio del XIX secolo, grandi industrie tessili diedero forma al paesaggio culturale e antropico lungo il fiume Llobregat. Erano organizzati intorno a colonie tessili, comunità industriali che consistevano in una fabbrica e in un'area in cui vivevano le famiglie dei lavoratori, dotata di scuola, chiesa e spazi comuni. La prima colonia tessile di Berguedà fu quella di Cal Rosal, fondata nel 1858, seguita da altre, come la Colonia Vidal de Puig-Reig che oggi è un museo.

Tra le altre vestigia industriali della zona troviamo il Treno del Cemento, le cui rotaie seguivano il percorso tra La Pobla de Lillet, con i suoi Jardins Artigas disegnati da Gaudí, e l'ex cementificio Asland a Castellar de N'Hug, ubicato in uno spettacolare complesso modernista che oggi ospita il Museu del Ciment (Museo del Cemento).

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Esperienze di alta quota

Già all’inizio del Novecento c’era gente che andava a sciare a La Molina, ma l'arrivo della ferrovia nel 1922 accelerò drasticamente l'afflusso di sciatori in questo modesto resort dei Pirenei nel comune di Alp in La Cerdanya. Il primo skilift in Spagna fu installato qui nel 1943, e poco dopo - nel 1946 - La Molina fu di nuovo all’avanguardia nell'installazione di impianti di risalita con la messa in funzione della seggiovia Turó de la Perdiu. Oggi, oltre ai suoi 68 sentieri e ai 71 chilometri di comprensorio sciistico, La Molina offre due esperienze di alta quota che combinano sport e gastronomia. La prima è la cena al Rifugio Niu de l'Àliga, a 2520 metri di altitudine, con accesso in funivia, viste del tramonto, una speciale cena di montagna e una discesa sugli sci al chiaro di luna. La seconda opzione è un drink con cena al rilassante Costa Rasa, a un'altitudine di 2000 metri. La fine del periodo delle feste include anche una discesa notturna con gli sci lungo la pista Volta Muntanya Sagrada.

Esperienze di alta quota
Esperienze di alta quota

Già all’inizio del Novecento c’era gente che andava a sciare a La Molina, ma l'arrivo della ferrovia nel 1922 accelerò drasticamente l'afflusso di sciatori in questo modesto resort dei Pirenei nel comune di Alp in La Cerdanya. Il primo skilift in Spagna fu installato qui nel 1943, e poco dopo - nel 1946 - La Molina fu di nuovo all’avanguardia nell'installazione di impianti di risalita con la messa in funzione della seggiovia Turó de la Perdiu. Oggi, oltre ai suoi 68 sentieri e ai 71 chilometri di comprensorio sciistico, La Molina offre due esperienze di alta quota che combinano sport e gastronomia. La prima è la cena al Rifugio Niu de l'Àliga, a 2520 metri di altitudine, con accesso in funivia, viste del tramonto, una speciale cena di montagna e una discesa sugli sci al chiaro di luna. La seconda opzione è un drink con cena al rilassante Costa Rasa, a un'altitudine di 2000 metri. La fine del periodo delle feste include anche una discesa notturna con gli sci lungo la pista Volta Muntanya Sagrada.

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Sulle orme dei catari

La GR107 o Cami dels Bons Homes è una rotta trans-pirenaica che corrisponde ai sentieri percorsi dai catari nei secoli XIII e XIV per mettersi in salvo dalla Crociata degli Albigesi e dall'Inquisizione spagnola. I catari (o albigesi), avversi alla Chiesa cattolica e al sistema feudale dell'epoca, furono considerati eretici e per questo perseguitati sotto il dominio del re di Francia. L’itinerario completo, di 189 chilometri, inizia al Santuari de Queralt a Berga e termina al castello di Montsegur, nella regione francese dell’Ariège. Nel villaggio di Bagà è possibile visitare il Centro di Interpretazione sui Catari, che racconta la storia di questa comunità religiosa di uomini e donne provenienti dalla regione storica dell'Occitania.

Sulle orme dei catari
Sulle orme dei catari

La GR107 o Cami dels Bons Homes è una rotta trans-pirenaica che corrisponde ai sentieri percorsi dai catari nei secoli XIII e XIV per mettersi in salvo dalla Crociata degli Albigesi e dall'Inquisizione spagnola. I catari (o albigesi), avversi alla Chiesa cattolica e al sistema feudale dell'epoca, furono considerati eretici e per questo perseguitati sotto il dominio del re di Francia. L’itinerario completo, di 189 chilometri, inizia al Santuari de Queralt a Berga e termina al castello di Montsegur, nella regione francese dell’Ariège. Nel villaggio di Bagà è possibile visitare il Centro di Interpretazione sui Catari, che racconta la storia di questa comunità religiosa di uomini e donne provenienti dalla regione storica dell'Occitania.

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Con i percorsi che proponiamo

Sezione 1

Vigneti dal sapore di mare

Sezione 2

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